È del 1828 l’editio princeps di Endlicher del P.(anegirico) di P.(risciano), di cui Denis nel 1799 aveva reso noti pochi versi. A due ristampe dell’ed. princeps (Niebuhr 1829, Corpet 1845) seguì l’ed. di Baehrens 1883, che fornì il testo per le edd. di Romano 1965, Chauvot 1986 e Coyne 1991. Di tutti questi studiosi solo Endlicher e, qua e là, Denis, Niebuhr e Chauvot esaminarono il cod. A, Napoli, Biblioteca Nazionale, lat. 2 (già Vind. 16), che tramanda il P. ai ff. 50ra-52va scritti a Bobbio nel convento di S. Colombano in minuscola irlandese (fine VII o inizi VIII sec.), essendo stata erasa la precedente semionciale del sec. VI. Baehrens usò pure il cod. B, Bern, Bürgerbibliothek, 363, scritto in minuscola irlandese (2° terzo o fine del sec. IX) a San Gallo o nel nord dell’Italia. B reca solo al f. 195rab i 22 trimetri giambici ‘comici’ di tipo greco della Praefatio e i primi 44 esametri delle Laudes, con omissione del v. 43.- Baehrens non vide né A né B, ma ebbe le collazioni (non prive di sviste) di A da Huemer e di B da Hagen. Con lo studio di A e B Ballaira corregge le precedenti edd. In A e in B ci sono falsae lectiones, all’apparenza inspiegabili. Ora finalmente si è capito che derivano da un antigrafo in visigotica. Il P. di P., portato alla fine del sec. VI da Bisanzio in Spagna e qui ricopiato, dalla Spagna ca. la metà del sec. VII raggiunse via mare l’Irlanda, da dove pervenne a Bobbio e qui si salvò in A, avendo percorso lo stesso lungo itinerario (Bisanzio – Spagna – Irlanda – Europa continentale) seguito dalla recensio Scotica delle Institutiones grammaticae di P.P. sfrutta nel P. l’elogio di Anastasio di Procopio di Gaza (502 d.C.) e narra la guerra isaurica in accordo con Giovanni Antiocheno, la fonte storica più autorevole. Chauvot 1986, Haarer 2006 e Meier 20102, trascurano il testo dell’Antiocheno e a torto giudicano confuso il racconto di P.- Con lo studio per la prima volta completo delle fonti storiche Ballaira data con sicurezza il P. al 514 d.C. e, confrontando il lessico del P. con quello dei poeti e prosatori latini dall’età arcaica al medievo, ha scoperto molti passi, mai individuati in precedenza, imitati da P. Ci sono pure passi di autori medievali di cui P. sembra essere la fonte. P. costruisce bene i suoi versi (sono infondate le critiche di Coyne a Prisc. Anast. 208 e 275), attingendo dagli autori che cita nei testi grammaticali. Dall’Ottocento a oggi gli studiosi (a es. Peerlkamp 1830, Birth 1892, Drath.(schmidt) 1907, Tolkiehn 1912, Helm 1954, Chauvot 1986, Coyne 1991, Nicks 2000, Motta 2003, Schindler 2009) ritengono Claudiano fonte di P. poeta non meno importante di Virgilio, Lucano, Ovidio e Stazio. Peerlkamp, Birth, Drath. e Coyne citano molti versi di Prisc. Anast. e periheg. che credono derivati da Claudiano. Ma l’esame di tutti quei versi di P. li dimostra derivati da altre fonti.-
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